D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


sabato 30 novembre 2013

Mangime OGM trasforma stomaci di suini in poltiglia!

Foto scioccanti rivelano gravi danni causati da soia e mais OGM.
Studio pubblicato congiuntamente su GM Watch e Sustainable Pulse.

 


Per iniziare consiglio di leggere il caso di questo allevatore danese:

SOIA OGM LEGATA A DANNO DELLA SALUTE NEI SUINI – UN DOSSIER DANESE

Il dossier appena pubblicato dalla Ong “GMfree Cymru” presenta il caso dell’allevatore danese Borup Pedersen che, nell’Aprile dello scorso anno, decise di cambiare la dieta dei suoi maiali passando da mangimi a base di soia geneticamente modificata ad alimenti Ogm-free, annotando i cambiamenti osservati nella salute degli animali.
L’allevatore racconta di aver sostituito i mangimi a base di soia OGM con farina di pesce e soia convenzionale e di aver notato da subito notevoli miglioramenti di salute: le crisi di dissenteria che in passato avevano provocato fino al 30% delle morti si erano ridotte notevolmente fino a scomparire, mentre le scrofe non si ammalavano più di ulcere o di altre patologie del tratto gastrointestinale, mangiavano di più e producevano più latte, riuscendo a partorire una media di 12 maialini. Il miglioramento del loro stato di salute aveva influito anche sui maialini stessi: ne morivano meno alla nascita e quelli svezzati crescevano sani e forti.La scelta OGM-free ha inoltre garantito all’allevatore profitti elevati: il maggior costo del mangime è stato di fatto compensato da una riduzione della spesa sanitaria (circa la metà), mentre le ore di lavoro mensili nelle stalle e il numero delle scrofe morte per patologie gastriche si sono notevolmente ridotti. Due grafici contenuti nel dossier mostrano inoltre come, convertendo la dieta, i trattamenti di antibiotici si siano ridotti del 50% rispetto alla media nazionale e regionale nell’arco di due anni.
Petersen si dichiara convinto che le malattie dei suini, le morti premature e persino i casi di malformazioni siano connessi alla soia transgenica e all’erbicida a base di glifosato usato per coltivarla, i cui residui nei mangimi sono stati misurati a livelli di 17 ppm. L’allevatore pone dunque la questione della valutazione del rischio da parte delle autorità, visto che la Danimarca è famosa per la produzione di suini e considerando che la sua non è un’esperienza isolata nel Paese.
Nel rapporto della GM-Free Cymru si riporta inoltre la notizia dell’approvazione, da parte del Centro di ricerca danese sui suini (VSP), di un progetto di ricerca teso a investigare gli effetti della soia OGM sullo stomaco dei maiali. Lo studio comparativo verrà effettuato su 100 suini nutriti con soia e mais OGM trattati con glifosato e 100 nutriti con soia e cereali non-OGM esenti da glifosato, da quando pesano 30 chili a quando raggiungono il peso di 110, momento in cui vengono macellati. Gli autori del dossier fanno notare però che l’indagine tralascia il periodo più “critico” nel ciclo di vita dell’animale, quello che va dalla nascita allo svezzamento (quando il peso è da 7 a 30 kg), nel quale è più probabile una dieta a base di OGM. In questo modo la validità scientifica dei risultati rischia di essere compromessa.
La vicenda di Borup Pedersen è stata pubblicata anche da una rivista del settore, Effektivt Landbrug, il 13 Aprile scorso, perché fosse di dominio pubblico.

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