D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 29 luglio 2013

Attenzione: uranio sulle nostre teste

«Il Movimento 5 Stelle chiederà immediatamente al ministro degli Interni e  al ministro della Difesa spiegazioni su questo schieramento di forze  dell’ordine, circa 300 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, avvenuto  alle 3,10 di questa notte, per scortare, sembrerebbe, un “travaso” di  materiale radioattivo dal centro Itrec in Trisaia di Rotondella  all’aeroporto militare di Gioia del Colle. Contenuti e destinazione  ignoti».
Questa la dichiarazione del portavoce al Senato della Repubblica per il  M5S,Vito Petrocelli, in merito alla notizia che si è diffusa stamattina  circa questo ennesimo allarme  che riguarda il centro Itrec della Sogin,  all’interno del centro di ricerca Enea di Rotondella, dove sono contenuti  materiali radioattivi di II e III categoria. La terza categoria è il  livello più pericoloso da gestire sia per lo stoccaggio che in caso di  contaminazione per fuoriuscita di materiale radioattivo ed è riferito alla  presenza a Rotondella delle 84 barre di uranio-torio che negli anni tra il 1969 e il 1971, ai sensi di un accordo mai ratificato dal Parlamento italiano, giunsero dagli Stati Uniti d’America all’allora Cnen (oggi  Itrec) provenienti dalla centrale Elk River, nel Minnesota (Usa), con un contratto di lavorazione per il riprocessamento (cioè il recupero) del combustibile. Venti di queste barre furono realmente riprocessate,  mentre le restanti 64 sono contenute in una piscina all’interno dell’Itrec e raffreddate con acqua.
«I ministri della Difesa e dell’Interno – ribadisce il portavoce al  Senato, Petrocelli – devono dare risposte immediate al territorio e ai  cittadini e non ci sarà segreto militare che tenga perché la gente ha il  diritto di sapere cosa accade nel luogo dove vive, per regolarsi di  conseguenza e difendersi. Ai ministri chiederemo anche cosa è stato spostato da Rotondella e dove e come è stato trasferito, perché se sono state spostate  le barre di Elk River devono obbligatoriamente essere stati usati i cask, ovvero contenitori specifici per materiale di terza categoria. E se risponde al vero che queste barre sono state spostate in tutta fretta, chiederemo allora che non ritornino mai più in Basilicata».
Se è veramente stata un’operazione di trasferimento non previsto di  materiale radioattivo, una delle ipotesi possibili potrebbe essere quella  di una probabile perdita importante delle acque contaminate delle piscine  che raffreddano le barre di Elk River. Un motivo in più per pretendere  tutte le informazioni su questo movimento di forze dell’ordine avvenuto  nottetempo e sui rischi che questa struttura di stoccaggio genera nei  lucani e nei calabresi della fascia jonica e non solo, vista la facilità  con la quale si può diffondere la contaminazione radioattiva.
«È in gioco la salute della gente e quella dell’economia del territorio –  ribadisce Petrocelli –, che è già compromessa per la pubblicità negativa  che il centro Itrec di Rotondella “irradia” in quanto tale e a prescindere  dai rischi di contaminazione che si potrebbero verificare. Ed è in gioco  il buon nome del territorio, motivo per cui informo che al più presto  chiederò un incontro all’ambasciatore americano a Roma per trattare la  restituzione agli Usa delle loro barre “lucane” di Elk River, favore che  hanno già fatto ai centri Itrec di Trino Vercellese e di Saluggio. Perché  non anche a Rotondella?».

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