D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 2 luglio 2013

Siria: la linea rossa di Vladimir Putin

- Massimo Mazzucco -

[Testo del video]
Dopo una lunga esitazione, due settimane fa Barak Obama ha annunciato che gli Stati Uniti armeranno direttamente i ribelli siriani che stanno cercando di rovesciare il regime di Assad.
La motivazione utilizzata da Obama non è certo una novità: Assad avrebbe usato il gas contro i propri connazionali, e questo, secondo Obama, rappresenta la famosa “linea rossa” che non andava oltrepassata, e che ora ha fatto scattare la necessità di intervenire.
Nel frattempo, il suo ministro degli esteri Kerry si sta dando da fare per ottenere il massimo supporto possibile dalle nazioni alleate per un intervento militare in Siria.
Dal canto suo, la propaganda televisiva continua a cercare di convincere gli americani …
… della necessità di aiutare i ribelli, mostrandoli come una banda di poveracci male armati, che hanno un disperato bisogno di aiuto.
ANNUNCIATORE TV: Molti hanno un bisogno disperato di munizioni, e ricorrono ad armi fatte in casa, come questa fionda gigante.
Mentre il famoso contestatore pacifista degli anni 70, John Kerry, e il premio nobel per la pace Barak Obama, si affannano a cercare alleati per invadere la Siria, è esplosa però una piccola bomba mediatica, che rischia di mettere seriamente in difficoltà il loro progetto di intervento militare.
Mentre tutti parlano della ferocia inumana del crudele dittatore Assad, è saltato fuori un video in cui uno dei capi dei ribelli, Abu Sakar, compie un gesto che è riuscito persino a scandalizzare Glenn Beck, uno dei conservatori più estremi della già estremissima Fox Television.
GLENN BECK: Questo è un video molto cruento del comandante Abu Sakar. In questo video ha appena ucciso un membro dell’esercito siriano. Questo ribelle ora sta tagliando e aprendo il petto di quel siriano. Tira fuori il suo fegato e il suo cuore, e per farvi vedere quello che succederà a tutti i suoi nemici, il comandante … lo mangia. Il soldato morto, a terra, è il nemico del tizio che noi stiamo armando in questo momento.
A questo punto diventa difficile per chiunque sostenere che si va in Siria per far rispettare i diritti umani dei cittadini innocenti, quando per farlo bisognerebbe armare gente che i diritti umani non sa nemmeno che cosa siano.
Nel suo incontro con Putin, alla vigilia dell’ultimo G8, il primo ministro britannico Cameron ha continuato a ripetere il ritornello della propaganda occidentale già utilizzato con successo contro Saddam Hussein e contro Gheddafi.
CAMERON: Io credo che Assad sia responsabile per aver dilaniato il proprio paese, e che per mettere fine all’incubo siriano lui debba essere rimosso. Le prove emerse questa settimana, in cui il regime usa il gas contro il suo popolo, rendono la cosa più evidente che mai.
Ma questa volta Putin aveva pronta una risposta sorprendente.
PUTIN: Riguardo al governo di Assad, e riguardo a chi si sia macchiato del sangue dei bambini e dei siriani pacifici e innocenti, non credo che lei negherà che il sangue sia sulle mani di ambedue le parti. La domanda, come sempre, è chi sia il responsabile per questo. Non credo che lei negherà il fatto che non si possano sostenere coloro che uccidono il proprio nemico e poi mangiano i loro organi. Tutto ciò è stato filmato. Lei vuole supportare questa gente? Vuole fornire armi a questa gente?
Il video purtroppo finisce qui, ma dall’espressione di Cameron si capisce chiaramente che non si aspettava una presa di posizione così netta da parte di Putin.
Cameron infatti ha fatto subito retromarcia – come leggiamo dall’articolo del Telegraph – e ha detto di non avere ancora deciso se seguire o meno gli americani nella decisione di armare i ribelli siriani.
Ma Putin è stato categorico, dichiarando che qualunque richiesta di stabilire una no-fly zone sul terrirorio siriano verrà bocciata dalla Russia al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
La vera linea rossa quindi l’ha tracciata Putin, non Obama.
Nel frattempo il sindaco di Londra, Boris Johnson, si è schierato apertamente contro l’armamento dei ribelli siriani. Anche Angela Merkel ha messo in guardia gli Stati Uniti dall’armare questi ribelli, dicendo che si verrebbe a creare una situazione estremamente pericolosa per tutti.
E il governo italiano cosa dice? Naturalmente, tace. Noi siamo troppo impegnati a versare il nostro obolo annuale ai banchieri internazionali per poterci permettere di avere voce in capitolo.

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