- Maria Ferdinanda Piva -
Le emissioni di radioattività nell’aria non scherzavano affatto, ma fin dall’inizio era chiarissimo che Fukushima è soprattuttouna Chernobyl liquida. Come giustamente ha evidenziato in un commento ieri Raffaele, i dati sulla contaminazione dell’acquaconfermano sempre più quell’intuizione iniziale.
La Tepco, la società proprietaria della centrale nucleare affetta da triplo meltdown, ha scavato un altro pozzo per prelevare ed analizzare l’acqua di falda. La radioattività si è rivelata 300 volte superiore a quella misurata nel primo pozzo.
Quell’acqua sotterranea alimenta sorgenti e fiumi oppure finisce nell’oceano Pacifico che è a due passi? E’ molto, molto verosimile (ma non ufficialmente ammesso) che almeno in parte vada in mare, dove la concentrazione di trizio radioattivo (l’unico dato reso noto) ora è la più alta mai registrata dall’inizio della crisi, nel marzo 2011.
Come è noto, quesi problemi nascono dal fatto che è stata buttata (continua ad essere buttata) una gran quantità d’acqua sui reattori in meltdown nel disperato tentativo di raffreddarli. Ma i reattori sono crepati e-o bucati, come pure gli edifici sotterranei in cui sono ospitati.
Negli edifici dei reattori già dall’inizio della tragedia filtra un fiume di acqua di falda (il termine non è esagerato) che diventa fortemente radioattiva. Per cui viene estratta, stoccata e più o meno parzialmente decontaminata in attesa di decidere cosa farne: tutta l’area attorno a Fukushima è piena di una crescente quantità di serbatoi, la situazione è ormai ingestibile.
Nel primo pozzo scavato per analizzare l’acqua di falda pochi giorni fa la radioattività in pochi giorni misurava a 3.000 becquerel al litro per tutti gli elementi radioattivi che emettono raggi beta. Ora nel secondo pozzo (non è precisato dove sia stato scavato) la radioattività per tutti gli elementi che emettono raggi beta è pari a 900.000 becquerel al litro.
E poi c’è la faccenda nel trizio in un campione di acqua di mare prelevata proprio vicinissimo alla riva e a Fukushima: ben 2.300 becquerel al litro.Tutte le strade portano a Roma e prima o poi tutta l’acqua dolce finisce in mare, compresa quella della falda sotterranea: ma la Tepco dice di non sapere come abbia fatto il trizio a finire in mare.
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