D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


sabato 15 marzo 2014

CLAMOROSO: Giornalisti in viaggio premio alle Hawaii per parlare bene dei MUOS


14 marzo 2014

I MUOS, le antenne americane in Sicilia sono un progetto che per gli Stati Uniti ha un valore fondamentale e per dimostrarlo pagano il viaggio alle Hawaii ai giornalisti del mainstream italiano per rabbonire l'opinione pubblica



Scrive Massimo Zucchetti su Il Manifesto:

Giunge noti­zia con­fer­mata che il Dipar­ti­mento di Stato Usa ha invi­tato i gior­na­li­sti delle mag­giori testate ita­liane ad andare a visi­tare i Muos già fun­zio­nanti all’estero, in Vir­gi­nia e alle Hawaii. Per dimo­strare come i para­bo­loni siano del tutto inno­cui e la gente viva loro vicino in asso­luta con­ten­tezza, leti­zia e salute. Il viaggio-premio avverrà fra fine feb­braio ed i primi di marzo, in modo da otte­nere buoni arti­coli sulla stampa locale — ita­liana ed euro­pea -, quag­giù nelle colo­nie, in vista del grande avve­ni­mento, ormai tra­pe­lato: l’accensione del Muos intorno ad aprile. Magari il 25 del mese, in modo che in futuro si possa sosti­tuire la festa della libe­ra­zione con l’anniversario della messa in fun­zione del defi­ni­tivo sistema per la guerra totale che per­mise il trionfo della demo­cra­zia. Sarà dav­vero un bella scam­pa­gnata, cui pur­troppo – inspie­ga­bil­mente – noi del Mani­fe­sto non siamo stati invi­tati: già imma­gino l’infornata di gior­na­li­sti ita­liani – fino al giorno prima con­vinti che MUOS fosse il nome di un poke­mon – in visita alle basi, con la loro brava cartelletta-briefing, le foto ricordo e – come fu anche in occa­sione della visita dei gior­na­li­sti a Niscemi lo scorso luglio – le belle gri­gliate offerte nei prati den­tro le basi. Non potrà che sor­tirne un ottimo ritorno d’immagine, pen­sano i nostri “alleati” sta­tu­ni­tensi. Certo, pare che il MUOS in Vir­gi­nia sia in un posto niente di che, ma quello alle Hawaii merita dav­vero un’escursione. Pec­cato che nel pacchetto-vacanze non sia com­preso anche l’altro Muos, quello in Austra­lia, desti­na­zione un po’ meno bana­lotta delle ormai sfrut­tate Hawaii.

I MUOS ovvero le Mobile User Objective System ossia le antenne militari installate a Niscemi servono agli Usa per controllare quanto accade nel Mediterraneo e nel 2011 Ecoblog raccontava di come Wikileaks avesse già svelato le pressioni statunitensi nel merito: no al Ponte sullo stretto e si alle antenne militari.

I Comitati cittadini di siciliani che si battono perché non siano attivate le antenne poiché come scrivono sul loro sito:

La salute potrebbe essere compromessa dall’esposizione prolungata a campi elettromagnetici di media intensità (rischio di tumori, leucemie, caterratte, …). Inoltre, l’esposizione a campi molto intensi può essere fatale (ad esempio, per un errore di puntamento di una parabola).

Ma che importa: a breve avremo valanghe di articoli con salamelecchi agli americani scritti da prestigiose firme del giornalismo italiano e da firme di pseudo ambiantalisti che per un viaggetto alle Hawaii saranno disposti a raccontare che sì le onde elettromagnetiche fanno durare l’abbronzatura più a lungo. Cari lettori di Ecoblog, quando leggerete quei mirabolanti articoli, voi saprete perché sono stati scritti.

http://www.ecoblog.it/post/125747/giornalisti-in-viaggio-premio-alle-hawaii-per-parlare-bene-dei-muos
 
 http://terrarealtime.blogspot.it/

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie