D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 10 marzo 2014

Ue come Ucraina


1601596Il colpo di stato in Ucraina ha avuto come pretesto le prospettive di ingresso del Paese in Europa e infatti la Ue appoggia il nuovo governo, nato grazie alle formazioni paramilitari nazifasciste. E già questo è un po’ repellente, ma il primo atto del nuovo esecutivo è stato quello di cancellare i diritti acquisiti di tutte le minoranze linguistiche da quella russa che arriva al 30% ed è maggioranza in molte aree del Paese, per arrivare a quelle minori, rumena, ungherese, polacca, moldava, greca e, ça va sans dire, ebraica.
Insomma appena arrivato al potere grazie alle manovre sottobanco degli Usa, con il sentito appoggio della Ue, il governo ufficialmente filo europeo dell’Ucraina fa l’esatto contrario di ciò che dovrebbe essere alla base dell’idea europea. Senza che nessuno si disturbi a far notare lo stridente contrasto o si soffermi a capire chi , con quale mandato, con quale autorizzazione con quale potere abbia cacciato l’Unione in questa avventura. Nemmeno quella strana sinistra di fantasia che si raccoglie attorno alla lista Tsipras e il cui house organ, Micromega  pare aver cancellato, per sicurezza, tutte le parole che cominciano con la U maiuscola mentre si dedica alle stravaganti elucubrazioni metafisiche del metateologo da salotto Mancuso.
Così il vero problema è questo: c’è davvero un contrasto tra questa Europa e gli sviluppi della vicenda Ucraina? Oppure la Ue non è niente più che un fascio di interessi nazionali e finanziari tenuti insieme dai legacci della burocrazia e di istituzioni elettive inconsistenti, un ensemble a cui della democrazia sostanziale, delle persone, dei diritti e dei popoli non frega un accidente? Non è che quando parliamo dell’Europa evitiamo di guardarla in faccia e preferiamo riferirci alla fotografia ingiallita di molti anni fa, quando era ancora un promessa e non si era manifestata la cancrena che la sta trasformando in una filiale bancaria dedita alla lotta di classe al contrario?
Non voglio rispondere direttamente a questa domanda, ma – sono costretto a ripetermi come un mendicante con la fisarmonica – la vicenda ucraina dimostra come il processo di mutazione sia andato troppo avanti per sperare di salvare il paziente con l’aspirina delle buone intenzioni e i beveroni dell’altra Europa. Occorre il bisturi per eliminare le parti colpite e veicolo di infezione tra cui, in primis, la moneta unica. Senza questo intervento chirurgico, di massacro in massacro, si perderà il paziente per paura di fare un passo indietro. Ma nessuno ha il coraggio di firmare l’autorizzazione a un intervento che di giorno diventa più urgente e inevitabile. Ma si, come si vede in Ucraina, dopotutto, un’altra Europa è possibile.

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