Guerra dei poveri in Portogallo. Poliziotti contro poliziotti per ottocento euro al mese!
ROMA - Dall'altro lato della barricata, almeno per un giorno. Ieri sera quindicimila poliziotti hanno tolto la divisa e hanno invaso le strade di Lisbona per protestare contro l'imminente taglio dei salari che porterà i loro stipendi a ottocento euro mensili.
Al grido di "Governo stai attento, i poliziotti sono arrabbiati!", gli uomini delle forze dell'ordine si sono ritrovati davanti al Parlamento di fronte ai propri colleghi che cercavano di calmare gli animi. All'interno del palazzo, il presidente Assunçao Esteves che ha accettato una delegazione di agenti per un confronto.
A fare infuriare i manifestanti l'ennesima "sforbiciata" ai salari - a novembre erano già stati tagliati duecento euro - che ha coinvolto polizia nazionale, gendarmeria e guardie carcerarie. Nonostante una riunione con il ministro degli interni, Miguel Macedo, i militari hanno ottenuto un semplice rimborso di venticinque euro mensili, "insufficienti se li si paragona ai centocinquanta che abbiamo perso", ha commentato José Alho, responsabile dell'Aspig - l'associazione di rappresentanza dei gendarmi.
"Da gennaio ci sono già stati tolti duecento euro dallo stipendio, se non contiamo i tagli applicati negli ultimi tre anni” ha spiegato Antonio Ferreira, gendarme di Coimbra. "Ho una moglie e tre figli da sfamare. Abbiamo dei debiti per pagare la casa e l’auto" ha gridato un altro poliziotto di quarantacinque anni. "Sono certo che coloro che ci governano non hanno idea della situazione in cui vive la gente, le difficoltà del quotidiano".
Secondo Rui Costa, portavoce della polizia di Lisbona, il corteo si è concluso con dieci feriti tra poliziotti e manifestanti, due dei quali sono stati ricoverati in ospedale.
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